
Una delle figure più controverse in quest’era digitale, fatta di condivisione sui social network, è sicuramente quella dell’influencer: i social network sono invasi da professionisti dell’apparire e della pubblicità, a cui ogni grande compagnia vuole affidare i propri prodotti.
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Che cos’è l’influencer marketing?
Ai più sembrerà impossibile che un singolo individuo possa influenzare intere campagne pubblicitarie ma, mentre il 2018 giunge al termine, il fenomeno dell’ influencer marketing è in constante crescita: si stima un valore di 1.07 miliardi di dollari, un valore molto superiore alla semplice idea di scattare foto da pubblicare sui social.
Ma è proprio ruotando intorno alla capacità della singola persona di influenzare le scelte dei potenziali clienti che l’ influencer marketing vuole concentrare i propri sforzi, investendo sui canali 2.0 del marketing piuttosto che su quelli tradizionali.
D’altronde il mercato dei testimonial è sempre esistito, quello che ora fa la differenza è proprio dove viene creata la campagna pubblicitaria: dagli spot in tv siamo passati al product placement su Youtube, dalle semplici foto sulle riviste a interi set fotografici su Facebook e Instagram.
Ma chi sono gli influencer?
Questa domanda ce la siamo posta spesso, sopratutto ora che la professione è stata completamente sdoganata da grandi nomi come Chiara Ferragni o Favij.
La risposta non è complicata, a pensarci bene: sono persone che sfruttano la propria notorietà sul web (derivata da qualsiasi piattaforma o format da loro utilizzato, come video o foto) per pubblicizzare dei prodotti e influenzare l’andamento nel mercato del prodotto stesso.
Ma se prima le grandi società sceglievano a chi far mettere la faccia semplicemente in base al numero di followers, oggi le cose sono cambiate: macro, micro e nano influencer sono dei nuovi mondi della professione, nati dalle varie esigenze degli investitori.
Con almeno 8 milioni di followers sui social, i Macro Influencer sono professionisti della pubblicità con grandi numeri e grande visibilità: in questo caso la campagna è centrata sull’ attrarre il maggior numero di persone, preferendo la quantità alla qualità. Generalmente si tratta di persone che hanno poca interazione con il proprio pubblico, abiutato a seguirla senza pretese.
I Micro Influencer vengono definiti sotto i 500 mila followers e, generalmente, sono persone che comunicano la propria passione attraverso i social, senza fini di marketing a priori. Ed è proprio questo loro sembrare persone comuni che fidelizza maggiormente l’utenza, con il quale ha molta più interazione, rendendola una potenziale clientela già targettizzata per un certo tipo di prodotto.
Ma la vera rivelazione arriva sotto i mille followers: i Nano Influencer sembrano essere il futuro di questo marketing, poichè coinvolgono direttamente il pubblico creando una fiducia reciproca, costano meno rispetto ai grandi nomi e permettono di convertire in clientela una percentuale maggiore degli utenti.
Perchè investire negli influencer
Grazie alla nascita di vari tipi di influencer, gli investimenti non sono più proibitivi come agli albori: decidere di dedicare parte del proprio budget pubblicitario a una persona capace di raggiungere un pubblico preciso e disposto ad ascoltare i suoi consigli, è sicuramente una tattica vincente.
Teniamo conto che il mercato stesso degli influencer si è evoluto dal semplice pubblicare foto o video con i prodotti da pubblicizzare, diventando un agglomerato di analisi del pubblico stesso, report sull’engagement rate e sulla conversione in clientela.
Gli investitori non spendono sulla fiducia, vogliono risultati reali e quantificabili.
In sintesi possiamo dire che, investire su personalità in grado di influenzare l’utenza e trasformarla in potenziali clienti, si è trasformato nel tempo in un vero e proprio marketing project, da cui ricavare dati concreti e riconoscere quando le campagne pubblicitarie sono vincenti o meno.
Cosa ci riserverà il 2019? Sarà davvero l’anno del boom degli influencer? Attendiamo con ansia la risposta.