
Modello AIDA: cos’è e qual è la sua storia
Ti sei chiesto perché alcune pubblicità hanno così tanto successo ma non hai mai ottenuto una vera risposta? Scopri il l’ AIDA marketing e impara ad utilizzarla nelle tue pubblicità!
In che cosa consiste la teoria AIDA? Secondo Wikipedia, è un modello teorico di funzionamento della pubblicità ed è un acronimo che porta ai quattro punti necessari di un annuncio pubblicitario: Attenzione, Interesse, Desiderio, Azione.
L’ AIDA marketing ha una storia piuttosto lunga alle spalle, infatti la sua origine è da attribuirsi ad Elmo Lewis, un pubblicitario che, nel 1898 ha iniziato ad utilizzare nelle sue pubblicità, la formula “attirare l’attenzione, mantenere l’interesse, creare un desiderio”, alla quale è stato poi aggiunto l’ultimo step, “portare all’azione l’utente”.
La formula di Lewis trovò successo particolarmente negli anni Sessanta del Novecento ed è ancora oggi uno dei modelli più conosciuti per il marketing pubblicitario.

La teoria AIDA in pratica
Come è già stato detto, la parola AIDA è in realtà un acronimo che racchiude in sé quattro diversi step. Vediamoli insieme.
- Attenzione: una pubblicità deve come prima cosa riuscire a catturare l’attenzione dell’utente. Come potrai notare dalla quotidianità, le persone sono letteralmente bombardate da continui annunci pubblicitari che vengono bypassati direttamente dal nostro cervello. Se qualcosa non interessa, semplicemente si tende a passare oltre. Per questo è importante che un annuncio riesca a catturare l’attenzione dell’utente anche quando questo sta compiendo un’altra azione. Ma come si attira l’attenzione di qualcuno? Di solito con contenuti grafici di forte impatto, oppure con un copy allettante o provocatorio che si veda bene, magari scritto in grassetto e con un font particolare ma facile da decifrare.
- Interesse: bene, l’attenzione è stata catturata, ma quella pubblicità interessa davvero? Per mantenere alta l’attenzione, di norma è bene puntare sul mostrare i vantaggi del prodotto o servizio offerto, facendo vedere come possono risolvere un problema che il consumatore potrebbe aver bisogno di risolvere.
- Desiderio: idealmente, il consumatore che è stato “catturato” dalla pubblicità, dovrebbe sentirsi coinvolto a tal punto da desiderare l’oggetto o il servizio protagonista dell’annucio. Far scattare questo interruttore è ciò che porterà l’utente a passare da utente passivo ad attivo, facendogli compiere l’ultimo step della teoria AIDA. Come fare, mettendo ancora più in risalto le qualità di ciò che la pubblicità offre, così da innalzare al massimo livello il desiderio del consumatore.
- Azione: l’acquisto del bene o del servizio. In questa fase sono determinanti le cosidette Call to action, ovvero i classici inviti all’azione, come ad esempio “Acquista ora” o “Chiamaci per maggiori informazioni”. Per stimolare ulteriormente l’utente, uno stratagemma potrebbe essere quello di dire che ciò che si offre è limitato nel tempo. Questa sensazione di fretta, porterà l’utente a acquistare più velocemente, per paura di perdere l’occasione.
Azione… e poi? Il post modello AIDA
Il modello pubblicitario di Lewis negli anni è stato ampiamente crtiticato a causa della sua visione estremamente semplice e limitata ma, nonostante questo, rimane comunque uno dei modelli maggiormente riconosciuti e applicati in tutti i settori del marketing.
La critica più diffusa è che l’AIDA marketing non si occupa di tutto quello che riguarda il post-vendita, ormai argomento ampiamente rivendicato come necessario per assicurarsi la fidelizzazione dei clienti. Proprio in questa direzione si sono sviluppate altre due formule:
- AIDAS: questo modello non punta a cambiare o perfezionare il modello da cui prende il nome, ma lo implementa con una quinta lettera, la S che sta per soddisfazione. Un cliente soddisfatto è un cliente che probabilmente tornerà ad utilizzare i nostri prodotti e servizi. Per questo è necessario assicurarsi di avere una buona assistenza clienti, un ottimo follow-up e di richiedere feedback che possano aiutarti a migliorare sempre di più.
- AISDALSLove: sviluppato da Bambang Sukma Wijaya nel 2011, si basa anch’esso sul modello AIDA, ma lo implementa con diversi altri step. AISDALSLove è infatti un acronimo per Attenzione, Interesse, Ricerca (Search in inglese), Desiderio, Azione, Like/dislike, Condivisione (Share) e Love/hate. Questa versione aggiornata riconduce ai sales funnels, aggiungendo il momento in cui le persone ricercano informazioni su un determinato prodotto o servizio. Aggiunge poi il momento in cui gli utenti scelgono se ciò che hanno acquistato piace o meno, scegliendo se condividerlo con altre persone – qui entrano in gioco consigli e recensioni -. L’ultimo step riguarda il momento Love/hate, ovvero se l’utente è soddisfatto di tutto il processo di vendita.
Tutti i vari modelli possono essere utilizzati in diversi contesti di marketing, in quanto sono adattabili ad ogni business e ad ogni strategia.
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